“E’ Natale, c’è speranza”
«In questo tempo di grave preoccupazione, l’umana famiglia ha bisogno di sentirsi ricordare le sicure ragioni della nostra speranza». Così ha detto Giovanni Paolo TI nel suo discorso in occasione della Giornata Mondiale della Pace.
E’ Natale, c’è speranza.
Ma quale speranza ci può essere in un mondo dove i figli uccidono i propri genitori e fratelli, dove uomini adoperano se stessi come proiettili, dove ci sono profughi e non più cittadini, dove c’è chi fa nascere, alleva, programma e carica il proprio figlio come se fosse una «bomba ad orologeria»?
La risposta ha l’antico volto di un bambino nato duemila anni fa.
Ha il volto giovanile di un vecchio Papa.
E’ la fatica dei pastori che lasciarono le proprie abitazioni per salire alla grotta.
E’ la fatica nostra di oggi per tornare a quella stessa grotta.
E’ il viaggio dei magi - i potenti di allora - che seguirono la traccia di una stella. Quella cometa arriva oggi a noi - potenti o miseri che siamo.
«Il mondo agli occhi di coloro che videro quel Bambino non fu più quello di prima. E nella storia e nella vita di ciascuno si accese la sfida della libertà a riconoscerLo ed a seguirLo. Allora e oggi, in mezzo alla grande confusione del mondo».
(Tracce, editoriale, dicembre 2001) E’ Natale, c’è speranza.