EGLI STESSO È LA NOSTRA PACE
Oggi, come ai tempi di Gesù, il Natale non è una favola per bambini, ma la risposta di Dio al dramma dell’umanità in cerca della vera pace. “Egli stesso sarà la pace!” – dice il profeta riferendosi al Messia. A noi spetta aprire, spalancare le porte per accoglierlo. Impariamo da Maria e Giuseppe: mettiamoci con fede al servizio del disegno di Dio. Anche se non lo comprendiamo pienamente, affidiamoci alla sua sapienza e bontà. Cerchiamo prima di tutto il Regno di Dio, e la Provvidenza ci aiuterà.
(Benenetto XVI, Angelus 20 dicembre 2009)
Noi vediamo in questo Bambino il gesto inedito e inaudito di un Dio che non fugge la storia, non la guarda indifferente da lontano, non la rifiuta sdegnato perché troppo dolorosa e cattiva ma la ama, la assume, vi entra con il passo delicato e forte di un Bambino appena nato, di una Vita eterna che riesce a farsi spazio, nella durezza del tempo, attraverso cuori e volontà disponibili ad accoglierla.
Il Natale del Signore è tutto qui: attraverso il Suo Figlio, il Padre si coinvolge personalmente nella nostra storia e se ne carica il peso, ne condivide la sofferenza e le lacrime fino al sangue, e le offre una via di uscita di vita e di speranza […]
Noi cristiani, infatti, non attraversiamo la storia da turisti distratti e indifferenti e nemmeno come nomadi senza meta sballottati qua e là dagli eventi. Noi siamo pellegrini, e pur conoscendo e condividendo le gioie e le fatiche, i dolori e le angosce dei nostri compagni di strada, camminiamo verso la meta che è Cristo, vera porta santa spalancata sul futuro di Dio (Cf. Gv 10,9). Noi osiamo credere che, da quando il Verbo qui si è fatto carne, in ogni carne e in ogni tempo egli continua a fecondare la storia, orientandola alla pienezza della gloria. […]
Allora con i pastori andiamo a vedere sempre di nuovo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere. Celebriamo il Natale anche con i segni esteriori della festa, poiché un Bambino è nato per noi e ha riempito di speranza la storia e il mondo intero. Ha trasformato il dolore in doglie di parto, e ha dato a tutti noi la possibilità di anticipare l’aurora di un mondo nuovo!
(Cardinal Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme, omelia nella notte di Natale 2024)
Queste parole, assieme ad altre belle letture e ai canti eseguiti dal nostro coro, hanno accompagnato l’ascesa alla grotta della Natività di migliaia di persone, che anche quest’anno si sono messe in cammino per vedere il Bambino – facendosi così “pellegrini di speranza”; queste parole ci sembra che meglio di altre racchiudano il messaggio che con questa edizione, dedicata al tema così attuale della pace, volevamo trasmettere.
La bellezza, così evidente a tutti quelli che hanno visitato il Presepe, è fiorita come un dono, gratuito e per nulla scontato, dal “sì” che nei modi più vari centinaia di uomini, donne e bambini hanno detto alla proposta di collaborare alla realizzazione di questo gesto missionario; e di ciò ringraziamo tutti.
Con l’augurio che la giornata che abbiamo vissuto insieme sia per ciascuno l’inizio di un cammino di conversione in questo Anno Santo che è appena cominciato.