“Natale: la risposta di Dio alla ricerca dell’uomo”
Il più profondo del pensiero e del sentimento umano sa in qualche modo che Egli deve esistere.
Che all’origine di tutte le cose deve esserci non l’irrazionalità, ma la Ragione creativa; non il cieco caso, ma la libertà.
Come Paolo sottolinea nella lettera ai Romani, un Dio soltanto pensato e inventato non è un Dio.
Se Egli non si mostra, noi comunque non giungiamo fino a Lui.
La cosa nuova dell’annuncio cristiano è la possibilità di dire a tutti i popoli:
Egli si è mostrato.
Egli personalmente. E adesso è aperta la via verso di Lui.
La novità dell’annuncio cristiano non consiste in un pensiero ma in un fatto:
Egli si è mostrato.
Il fatto è ragionevole. Certamente occorre sempre l’umiltà della ragione per poter accoglierlo; occorre l’umiltà dell’ uomo per rispondere all’ umiltà di Dio.
(Benedetto XVI, dal Discorso al Collège des Bernardins-Parigi 19 sett. 08)
Una piccola capanna, o una grotta, nell’ immensa notte del mondo. Quella capanna è più grande dei neri spazi infiniti, anche se in essa c’è a mala pena posto per un neonato, un uomo e una donna, un bue e un asino, perchè in essa entra il mondo. Non solo i pastori ma tutti gli uomini, anche quelli vissuti prima e quelli che vivranno dopo, perchè quella nascita “ha spalancato la porta oscura del tempo”, come si dice nella Spe Salvi. E’ la rinascita dell’ umanità intera.
Per questo, nell’ infanzia, mettevo nel presepe tutto quello che potevo: animali di stoffa, soldatini scalcagnati, fotografie, illustrazioni di persone, paesaggi, bestie, piante o cose che mi avevano colpito, come se quella capanna fosse la vera arca in cui trovare universale rifugio e riscatto.
(Claudio Magris, scrittore)
Sono stato battezzato, cresimato, andavo a messa, sono stato anche chierichetto nel Duomo di Casale. Però non mi ricordo come pensassi a Dio in quei momenti. Poi sono sparito nel limbo degli agnostici.
Oggi, la sera quando vado a dormire, con mia moglie preghiamo i nostri genitori. E Gesù Bambino: parliamo di Dio... di un Dio bambino, buono e tenero. Penso a Dio con quelle fattezze, perchè mi sembra più disposto a perdonare le mie sciocchezze, i miei peccati. Ho sempre pensato che ci fosse il nulla dopo la morte. Ora ne sono sempre meno convinto.
Se dovessi riscoprire Dio credo che sarei guidato da quel bambino, dal Dio di Natale, dal Dio della nascita.
E sarei spinto dal bisogno che ho di Lui. Lo avverto in un modo prepotente, soprattutto la sera, dopo aver lavorato tutta la giornata. Ho bisogno di Lui.
(Gianpaolo Pansa, giornalista e scrittore)
Il Natale è un fatto con cui devo fare i conti. Non è un concetto, ma una compagnia. Come un fratello maggiore. Cristo è vicino alle mie aspirazioni, ai bisogni, alle attese e alle illusioni...
E’ lo stesso Cristo che hanno avuto come contemporaneo Dante Alighieri o San Paolo, come noi oggi.
E’ un evento perennemente attuale, intriso di umanità: se Dio non si fosse incarnato, sarebbe rimasto inesplicabile.
(Pupi Avati, regista)
Vale la frase di Woland ne il Maestro e Margherita: “Tengano presente che Gesù Cristo è esistito”.
Dal Punto di vista storico io mi rifaccio a questa frase...
Don Giussani dice che la novità dell’ annuncio cristiano non consiste in un pensiero, ma in un avvenimento. Cioè: ciò che è avvenuto in un punto esatto del tempo e dello spazio a Betlemme 2000 anni fa non è un sistema di pensiero, non è una cultura. Questo io l’ ho sempre considerato qualcosa con cui fare i conti. Naturalmente per chi crede tutto ha un significato... Per chi non crede c’è questa differenza del cristianesimo rispetto alle altre religioni, che si fonda su questa presenza umana in cui Dio ha organizzato la redenzione dell’ uomo.
(Ezio Mauro, direttore de la Repubblica)
Testimonianze tratte da Tracce – Dicembre 2008