edizione 2010

 

 

Lo stupore di una presenza”

«Questo mistero dell’incarnazione mentre ogni anno la Chiesa celebra, ella ci ammonisce a tener perpetua memoria di così gran carità usataci dal misericordioso Dio; e insieme ci insegna che la venuta del Signore non fu solamente per quelli, che avanti o che allora si trovarono nel mondo quando gli venne, ma la virtù d'essa resta sempre per beneficio di tutti noi ancora, se per mezzo della santa fede e dei divini sacramenti vorremo ricevere la grazia che ci ha portata, e secondo quella ordinare la vita nostra sotto la sua obbedienza.

Vuole ancora che intendiamo che si come egli venne una volta in carne al mondo, così, se per noi non resta, è per venire ogn'ora, anzi in ogni momento, ad abitare spiritualmente nell'anime nostre, con abbondanti doni.»

Dalle «Lettere pastorali» di san Carlo Borromeo

 

Dio si è fatto uomo! E’ un avvenimento, e i pastori l’hanno sentito, si sono mossi e hanno visto quel bambino e si sono sentiti rallegrati. Ma il giorno dopo hanno ripreso il loro gregge e l’hanno portato sui declivi di Gerusalemme: quell’avvenimento doveva essere ancora a loro presente, non fisicamente presente come era stato il giorno prima, ma presente fino alla fisicità in qualcosa d’altro, per esempio in una gioia che li faceva guardare le loro pecore in modo diverso, li faceva uscire dalla casa alla mattina non più coi brividi del freddo ma con una speranza nuova. Erano cambiati: “ E’ se cambia” Lo stupore per il vero… se ti passa davanti agli occhi il vero, un volto che è vero, ti fermi, ti fermi! … e ti trovi alla fine spalancato a tutto il mondo e, dovunque vai, cerchi traccia di quel volto e la trovi in migliaia e migliaia di casi: in tutto c’è qualche cosa di quel volto. E quel volto ti getta nel volto di Gesù, del Verbo di Dio fatto uomo, è il volto di quell’uomo che ti si è svelato, che ha preso contatto con te.

 

 

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